Superando non senza fatica la canadese Leylah Annie Fernandez, numero 15 al mondo nel ranking WTA e considerata ovviamente favorita alla vigilia, Martina Trevisan ha scritto una pagina importantissima nella storia del tennis femminile italiano e certificato una volta per tutte la sua completa rinascita al termine di un percorso contraddistinto da alti e bassi, enormi aspettative e cocenti delusioni.
Martina Trevisan brilla al Rolland Garros
Un successo, quello ottenuto contro la Fernandez, che ha permesso alla 29enne tennista fiorentina di raggiungere il 27° posto nel ranking e agganciare le semifinali del prestigioso Open di Francia, il Rolland Garros, uno dei tornei più antichi e iconici in programma nel fitto calendario del tennis mondiale. Un risultato che l’Italia non raggiungeva dal 2013 e che rappresenta il punto più alto raggiunto in carriera dalla Trevisan.
Sul campo principale intitolato a Philip Chatrier, martedì 31 maggio, è andata in scena una vera e propria battaglia. Leylah Fernandez, più giovane di 10 anni e che prima del torneo si trovava a una distanza siderale in classifica dalla Trevisan, è stata superata in 3 set da una combinazione di talento e stile, resistenza fisica e forza mentale.
Le qualità che hanno permesso alla tennista italiana di condurre fin dall’inizio, di fiaccare l’avversaria nel primo set con dritti e passanti imprendibili, quindi di non perdere la concentrazione nella pausa arrivata in seguito all’infortunio della Fernandez e la calma quando la vittoria, che sembrava a un passo, sembrava pronta per essere nuovamente messa in discussione.
Un momento che a molti è sembrato un’eternità, una “sliding door”, una delle tante nella carriera di Martina, che ha portato dalla palla del match point sfumato alla vittoria del set da parte della Fernandez. In tanti si sarebbero fatti prendere dallo sconforto, ma non la nostra Trevisan. Che è ripartita subito fortissimo per poi chiudere finalmente il discorso con uno spettacolare dritto in controtempo in uscita dal servizio. 6-2, 6-7, 6-3: pubblico in visibilio.
Prima e dopo: le due vite della Trevisan
Quello di Martina Trevisan è un percorso che è stato tutt’altro che lineare, una storia che chi non è addetto ai lavori probabilmente conoscerà soltanto adesso, dopo le splendide prestazioni di Parigi, ma che merita di essere ascoltata e compresa. Perché fa riflettere, se ce ne fosse ancora bisogno, su quali sacrifici siano necessari per emergere nello sport fin da giovanissimi.
Martina nasce a Firenze nel 1993, secondogenita di una coppia di sportivi: la mamma Monica è istruttrice professionista di tennis, il papà Claudio un ex calciatore, attaccante che ha girato tutta Italia districandosi prevalentemente nelle serie minori ma capace di vincere anche la Serie B 1970/1971 con la maglia del Mantova. Anche il fratello Matteo, maggiore di 4 anni, è stato un tennista, addirittura n° 1 juniores al mondo, ma passato ai professionisti si è perso a causa degli infortuni.
Fin da bambina Martina Trevisan è uno dei nomi più chiacchierati a livello giovanile in Italia. Cresce nel mito di Sara Errani e Flavia Pennetta, Francesca Schiavone e Roberta Vinci, le “ragazze terribili” che in quegli anni tengono alto l’orgoglio italiano nel tennis femminile. Si distingue già 16enne, e praticamente tutti quelli che la osservano giocare sono pronti a scommettere sul suo futuro ad altissimo livello.
La partita più difficile
È proprio questo il problema. Le pressioni costanti, gli enormi sacrifici, la natura ultra competitiva di un mondo che per gli adolescenti dovrebbe ancora essere almeno in parte un gioco, e che invece richiede già gli sforzi a cui sono sottoposti i professionisti, finiscono per mandarla in tilt. Un disagio che affronta in silenzio, cercando di superare tutto con la forza che l’ha sempre contraddistinta. Una scelta sbagliata che ha durissime conseguenze.
Dal 2010 al 2014 il tennis italiano rischia di perdere uno dei suoi più grandi talenti. Martina è frenata dagli infortuni, ha perso l’amore per la disciplina che è fondamentale per affrontare tutti i sacrifici, soffre di anoressia. Alla fine si rende conto che prima di provare a tornare a giocare sul serio deve ritrovare la passione perduta, e che prima che questo accada deve ritrovare se stessa.
Un percorso che decide di percorrere soltanto dopo essersi presa i suoi tempi, che affronta con l’aiuto dello yoga e il sostegno di una psicologa e che si conclude nel marzo 2014 con il ritorno in campo a 21 anni in un torneo ITF a Caserta. Il primo successo importante, a Roma contro la svizzera Lisa Sabino, vale 25.000 dollari e la certezza ritrovata di essere ancora una tennista dopo una pausa che in questo sport è lunga un’eternità.
Il resto è storia recente. L’ingresso tra le prime 200 al mondo, poi l’obiettivo di entrare nei 150, risultati che un tempo erano sembrati impossibili e che arrivano con naturalezza. Ed ecco la top 100, il primo titolo WTA in singolare con la vittoria del Rabat Open a maggio 2022, seguita pochi giorni dopo dall’inizio di un’avventura da favola al Rolland Garros. Con Martina Trevisan il tennis italiano ha ritrovato una stella, che dopo aver vissuto due vite ha ancora davanti a sé un futuro tutto da scrivere.